Tornare uomini mangiando rose.
Introduzione agli strumenti usati per la preghiera in oriente e occidente
Massimiliano A. Polichetti (MNAO)
24 aprile 2012, ore 11.00
In più di una tradizione spirituale, in ‘oriente’ come in ‘occidente’, alcune fasi del disciplinato processo di accostamento di sé stessi al sacro spazio dell’ interiorità sono accompagnate dall’uso della ripetizione di brevi formule/giaculatorie.
In ‘oriente’ assistiamo ad esempio alla elaborazione del mantra inteso, sia in ambito buddhistico che induistico, come ‘parola di potere’ la cui efficacia può prescindere dal mero significato semantico posseduto, contando assai più l’intenzionalità e – soprattutto – la replicazione della pronuncia da parte di un discepolo (shishya) il più possibile simile a come l’abbia appresa da un maestro (guru).
In ‘occidente’, la ripetizione dei salmi, la ‘preghiera del cuore’ (o esicasta), la pratica della recita del rosario cattolico, la ripetizione – anche in ambito islamico – del nome o dei nomi di dio, almeno fenomenologicamente paiono indirizzare verso temi analoghi.
Per i contesti sopra sinteticamente delineati, le medesime tradizioni ammettono inoltre l’uso di ‘strumenti’ adattati, nel corso dei secoli, a questo ‘sacro computo’, principalmente: japamala, rosari, chokti, ‘ruote del dharma‘.
Tali ‘supporti per la contemplazione’ costituiranno l’argomento della trattazione, per la quale ci si avvarrà , per il tempo della conferenza, dell’esposizione di alcuni esemplari.